Chiamatemi con il mio nome: Olivo scritto da Corrado Rodio pubblicato su “Teatro Naturale”

Chiamatemi con il mio nome: olivo

Teatro Naturale

Purtroppo nel 1292 qualche scribacchino distratto mi rinominava come Ulivo, ma in tutte le lingue mondiali io resto l’Olivo. L’origine di ulivo è fiorentino ma è meglio tornare alle origini latine, come sostiene l’Accademia della Crusca

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Per favore, chiamatemi Olivo!

Si lo so Ulivo non è sbagliato, è un termine antico quasi come il mio, probabilmente trae origine da un errore di trascrizione o di distrazione, è un nome che non mi appartiene, almeno qui al sud. L’Ulivo appartiene alla Toscana, alle licenze poetiche e a un’esperienza politica.

La storia, la letteratura, la scienza, riportano l’iniziale del mio nome con la lettera O.

Ma andiamo per ordine, appartengo alla famiglia delle Oleaceae, genere Oleae , specie Olea Europea.

Il nome Olivo deriva dal latino Olivum, da un ablativo Olivi, Olivo di Oleum.

Il selvatico si chiama Olivastro o Oleastro, termine scientifico Olea Oleaster. La coltivazione dell’Olivo si chiama Olivicoltura, il frutto Oliva e il prodotto che se ne ricava è l’Olio ( avete mai sentito Ulio ? ). Per questo nella lingua italiana nasco come Olivo e a testimoniarlo ci sono scritti risalenti al 1257, mentre già nel 1292 qualche scribacchino distratto mi rinominava come Ulivo. Provate a immaginare quanto abbia sofferto per circa 8 secoli, non sono riuscito mai ad abituarmi all’idea, ma come facevo a gridare al mondo la mia sofferenza, lo scambio di identità; adesso chiedo giustizia, lo chiedo tramite Facebook e ai mass media, non è mai troppo tardi per riparare, soprattutto adesso che una minaccia molto più grave incombe sulla mia esistenza e su quanto di buono e di bello ho dato in questi secoli, ossigeno, olio, fascine, legno, paesaggio, bellezza e ricchezza! Se proprio un giorno dovessi soggiacere, io, pianta sacra e immortale, creata da Athena, mi piacerebbe che sulla tomba il mio nome fosse riportato correttamente “ Qui giace l’Olivo, creatura di Athena, simbolo di pace, amico dell’uomo, della natura e della vita, fornitore di calore, di luce e di cibo. Con il succo del mio frutto benedetto si è unto il capo di Nostro Signore Gesù, di papi, re e imperatori, e ha accompagnato la vita dei mortali passando dal battesimo,alla cresima fino all’estrema unzione! Adesso, superstite di tanti eventi, incendi, gelate, uragani e guerre, rimango vittima della globalizzazione, di un invisibile batterio, della politica, dell’incapacità, dell’incuria, e degli interessi perversi degli irriconoscenti umani che hanno vanificato il sudore e gli sforzi dei loro antenati che per secoli mi hanno curato“

Ma gli altri umani come mi chiamano, avete mai provato a vedere qual è il mio nome nelle varie lingue del mondo?:

Olive tree in inglese e in gaelico scozzese

Olivo in spagnolo

Oliva in hawaiano

Olivera in catalano, in galiziano e in portoghese

Kahoy nga Olivo in cebuano

Olivovnìk in ceco

Pye Oliv in creolo haitiano

Oliventrae in danese

Olivarbo in esperanto

Oliivipuu in estone e in finlandese

Olivier in francese

Olivebeam in frisone

Olewydden in gallese

Osisi Olive in Igbo

Olive trè in islandese

Lignum Olivae in latino

Olìvkoks in lettone

Olivenueleg Bam in lussemburghese

Ny hazo Oliva in malgascio

Oliventre in norvegese

Olijfboom in Olandese

Drzewa Oliwnego in Polacco

Iaau Olive in samoano

Olivovnìk in slovacco

Oljka in sloveno

Olivtrad in svedese

Olivenbaum in tedesco

Olajfa in ungherese

E perfino in zulu mi chiamano mumuthi we-Oliva

In tutte le lingue del mondo la vocale iniziale è la O, perchè in Italia mi chiamate Ulivo?

Vediamo cosa ne pensa il mondo della cultura, queste le conclusione dell’Accademia della Crusca dopo uno studio sull’argomento:

…….. concludendo, sembra che ulivo, col derivato uliveto, oltre che in Toscana, resista non tanto nell’uso letterario contemporaneo orientato verso Olivo, ma in ambiti tecnici e normativi, più che scientifici, e nell’uso comune, sostenuto dalla diffusione nelle varietà dialettali di una parte della penisola e dal suo impiego nella liturgia cattolica; d’altra parte è evidente che Olivo sostenuto dal parallelismo con Oliva, ormai esclusivo fuori di Toscana, già maggioritario pressochè in tutti i settori, è destinato a diffondersi sempre più, come testimoniano le forme derivate Olivicoltore, Olivicoltura, creazioni del XX secolo ( DELI ), che praticamente non prevedono la variante in “ U “

Domanda posta all’Accademia della Crusca: dovendo intitolare un museo e centro di ricerca dedicato all’ulivo, è meglio chiamarlo ‘Museo dell’ulivo’ o ‘Museo dell’olivo’?”

Questa è la risposta:

……… nel caso in questione la forma ulivo, uliva, che è fiorentina (Dante, nella Commedia, la usa tre volte), oggi viene sentita come regionale oppure come letteraria (usata specialmente da scrittori non moderni), tanto è vero che i dizionari rinviano da ulivo a olivo come forma prevalente. La forma olivo, oliva è infatti diventata nazionale anche nell’uso commerciale: si suole produrre e vendere olio d’oliva, non olio d’uliva. Perciò, nel battezzare il nuovo museo di olivicoltura (forma anch’essa prevalente sul raro ulivicoltura), conforterei l’uso che sta affermandosi sul piano nazionale e che riduce ad unità di forma questa famiglia di parole riportandola alla sua origine latina (oleum, olea, oliva). Adotterei insomma il titolo “Museo dell’Olivo”.

di Corrado Rodio
pubblicato il 01 marzo 2017 in Tracce > Cultura

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